Progetto pedagogico Micronido
Da questo tagcloud realizzato a partire dal progetto pedagogico si può vedere come il bambino sia al centro di esso. Il tagcloud analizza il testo del progetto e individua le parole più ricorrenti e più importanti restituendo una visualizzazione ottimale dei rapporti fra le parole. Il bambino al centro del progetto pedagogico:
La Ludoteca si vuole sviluppare come spazio prevalentemente ludico-educativo con attività laboratoriali varie al fine di attivare al massimo lo sviluppo della creatività, il potenziamento cognitivo, la psico-motricità e la socializzazione dove il gioco viene visto come volano della conoscenza, come strumento metodologico per uno sviluppo equilibrato del bambino e come mezzo di interazione bambini-adulti. Il gioco, inoltre, non solo rappresenta lo strumento attraverso il quale esplorare eventi esterni, ma è anche il principale strumento per soddisfare la normale curiosità. Il contesto ludico, quindi, permette anche di aumentare il senso di auto-efficacia, incentivare l’autostima e l’autonomia.
Obiettivo generale
La nostra ludoteca nasce con l’obiettivo di fornire un servizio educativo di alta qualità, completamente innovativo per aspetti fondamentali quali la creatività, la psicomotricità, la musica, le modalità relazionali, in un ambiente progettato appositamente per bambini e preadolescenti, con la garanzia della sicurezza e di un ambiente di grande affidabilità. Nel realizzare il nostro progetto abbiamo pensato agli aspetti strutturali e ambientali oltre che alla scelta del gruppo educante e dei metodi didattici in modo da privilegiare principalmente gli interessi dei bambini. L’obiettivo generale sarà soddisfatto tramite le “Attività ludico-didattiche” proposte.
Obiettivi specifici
Sviluppo creatività (fluidità, flessibilità, originalità, elaborazione), potenziamento cognitivo, psico-motricità e socializzazione.
Abilità
Queste sono le abilità essenziali che i bambini, dovrebbero aver acquisito al nido per proseguire nella scuola dell’infanzia (3-6 anni) e che quindi perseguiamo, stimoliamo, proviamo ad elicitare ogni giorno con i nostri insegnamenti.
Comportamento
- Stare seduti in silenzio per ascoltare una fiaba
- Partecipare alle attività di mettere a posto
- Chiedere aiuto al bisogno
- Lavorare in piccoli gruppi
- Tentare di eseguire compiti assegnati dell’educatore
- Scegliere le attività libere
- Portare a termine le attività libere
Abilità di autonomia personale
- Utilizzo di abilità adeguate per andare al bagno (tirare l’acqua, lavarsi le mani, vestirsi etc..)
- Vestirsi (calze, giacca, tentare di legare le scarpe)
- Prendersi cura delle proprie cose (mettere via la giacca, gli oggetti portati da casa nell’armadietto, la merendina sul tavolo etc…)
- Mangiare da soli evitando di sporcarsi utilizzando forchetta e cucchiaio, anche con creme, yogurt, budini, frutta omogeneizzata etc…)
Linguaggio e comunicazione
- Dire il proprio nome quando qualcuno lo chiede
- Eseguire una semplice istruzione di due passaggi
- Condividere commenti, idee, esperienze
- Ascoltare una varietà dei storie e partecipare ai commenti che seguono
- Iniziare e rispondere ad interazioni socialmente appropriate (“ciao”, “come ti chiami”)
- Partecipare ad attività informali di gioco di finzione con i coetani (giocare con la fattoria, con il dottore, con le bambole, giochi di ruolo etc…)
- Identificare parti del corpo (gambe, schiena, testa, tratti del volto etc…)
- Chiedere aiuto all’effettivo bisogno
Apprendimento
- Contare da 1 a 10
- Contare da 1 a 5 oggetti
- Esperienza con l’identificazione, l’accoppiamento e la categorizzazione di oggetti
- Accoppiare e dividere secondo il colore, la dimensione, la forma
- Riconoscere il proprio nome scritto
- Associare lettere e numeri scritti
- Sapere il nome delle lettere dell’alfabeto
- Identificare e nominare i colori fondamentali
- Fare esperienza cantando la canzone dell’alfabeto
Motricità fine
- Tentare di impugnare pastelli, pennarelli, e matite in maniera corretta
- Tenere le forbici correttamente e tagliare lungo una linea
- Copiare, disegnare e tracciare una linea, un cerchio, un quadrato e un triangolo abbastanza bene
- Tentare di scrivere il proprio nome
- Essere capaci di intraprendere esperienze tattili con l’acqua, la sabbia, l’argilla, il riso, i colori a dita e così via
- Completare delle semplici attività di manipolazione come puzzle, perle di plastica assemblabili, lego e così via
- Fare esperienza di pittura con i pennelli
Motricità grossolana
- Rotolare, saltare, stare su un piede solo, camminare saltellando, saltare in avanti, saltare su una gamba sola, dondolare
- Lanciare e afferrare palle grandi e piccole
- Movimenti in gruppo e attività con la musica
Attività ludico didattiche
Il gioco sarà teso alla valorizzazione delle abilità mentali, reattive e psicomotorie dei bambini partecipanti. Il gioco può inoltre essere legato alle percezioni psicosensoriali ed alla psicomotricità. Il gioco di gruppo e il gioco socioattivante ha come obiettivo principale l’incremento della collaborazione e della socialità tra i partecipanti, tra i bambini, attraverso la proposizione di atteggiamenti cooperativi e di solidarietà, mediati dagli obiettivi e dalla necessità dell’azione di squadra, la cui esaltazione è mirata all’esclusione di sentimenti ostili, differenze sociali, discriminazioni.
Affinchè il gioco non diventi un avvenimento sporadico e casuale, deve possedere le seguenti importanti caratteristiche:
- l’impegno del giocatore: il gioco deve essere alla portata di tutti, ma allo stesso tempo deve richiedere uno sforzo, una tensione emotiva, contenere un obiettivo da raggiungere sfruttando le proprie capacità, qualità e potenzialità;
- la continuità: un gioco deve essere ideato, preparato, mirato a un obiettivo, seguito nella sua realizzazione e verificato. Non deve essere slegato dalle attività, deve invece rappresentare un elemento logico nei programmi di unità;
- il fine, gli obiettivi: il gioco, oltre ad essere stimolante e divertente, deve mirare a finalità ben precise, educative, crescita, creatività, socializzazione, comunicazione, etc…
Comunicazione e linguaggio
Leggere le immagini fin dai primi anni di vita è il punto di inizio di un lungo processo di simbolizzazione che dal disegno giunge alla lettura vera e propria, i cui presupposti risiedono nell’abitudine a trattenere un significato dalle immagini, dai segni per ricostruire una storia. I bambini che fin dalla prima infanzia leggono tante immagini possono più facilmente di altri arrivare alla lettura dei segni grafici e perciò alla parola scritta.
Sulla base di queste premesse abbiamo ideato dei momenti di lettura figurativa con il supporto di albi illustrati. La trasfusione di codici comunicativi – testuale ed iconico – realizzata negli albi illustrati consente di avvicinare con facilità ed efficacia i bambini al racconto di storie derivate dai più diversi contesti personali e familiari, dalle più differenti tradizioni e dai più diversi contenitori fantastici. Il libro illustrato, destando una forte vivacità emotiva, può costituire un formidabile strumento per la delineazione di una crescita linguistica e comunicativa realizzata dentro un orizzonte unificante.
Identità e relazione
Tra gli obiettivi del progetto pedagogico vi è la costruzione dell’identità personale, per procedere man mano al rafforzamento del profilo corporeo, intellettuale e psicodinamico, nonché il potenziamento della socialità.
La didattica è impostata sullo svolgimento di attività aperte. Il concetto di “attività aperte” consiste nella possibilità, per ogni bambino non incluso in quel momento nell’attività, di entrare a far parte del gruppo e partecipare liberamente ai lavori-giochi in corso; ciò perché l’attenzione e l’interesse di ogni bambino sono molto limitati nel tempo e dunque è importante cogliere sempre in ogni momento il loro interesse. Si tratta, in sostanza, di adattarsi alle sue esigenze e non schematizzare le attività in maniera rigida.
Apprendere giocando
L’apprendimento risulterà facilitato facendo leva sulle capacità di ciascun bambino all’interno del processo conoscitivo: abitudini, capacità, interessi, motivazione, ritmo, autodisciplina, partecipazione, stili percettivi. Ciò richiede una particolare consapevolezza professionale degli educatori nell’adottare adeguate strategie metodologiche, organizzando nel contempo un ambiente di apprendimento in cui ciascun bambino sia diretto ed attivo protagonista nella costruzione della propria conoscenza.
La creatività
Il bambino per giocare e imparare a vivere creativamente, soprattutto nei primi anni di vita, ha bisogno di un ambiente che faciliti il suo sviluppo psico-fisico. Le attività ludiche nelle quali la creatività diventa parte integrante, consentono al bambino di scoprire il mondo che lo circonda, di fantasticare, di imparare a pensare in modo più ampio e di prendere coscienza delle proprie risorse. Il bambino attraverso le attività di laboratorio o il gioco, attiva le proprie potenzialità, si sperimenta e allena la mente alla creatività.
Qualsiasi forma espressiva (musica, teatro, pittura, giochi di gruppo, danza) insegna entusiasmo, passione, eccitazione, gioia, curiosità, senso del gioco, autonomia, sicurezza e attraverso tali attività i bambini sono maggiormente stimolati a creare e scoprire nuove modalità di relazione e di entrare in contatto con le proprie emozioni e con quelle altrui. Inoltre un elemento significativo che incide sullo sviluppo delle capacità creative è l’interazione tra ambiente e bambino; infatti, un ambiente e un clima improntato sulla fiducia e fondato su relazioni sicure favorisce nei “piccoli” l’assunzione del rischio, la capacità di apprendere dagli insuccessi ed imparare ad utilizzare le conoscenze in modo creativo. Al contrario, frustrazioni o eccessiva protezione possono inibire i bambini che spengono la loro curiosità e non sono in grado di risolvere autonomamente i nuovi problemi che via via gli si presentano. Anche le agenzie educative come gli asili, le ludoteche, le scuole, giocano un ruolo determinante nello sviluppo della creatività. Infatti generalmente gli adulti, i genitori, e gli insegnanti ritengono più importante lo sviluppo del pensiero convergente, vale a dire una certa capacità di apprendimento mnemonico, di obbedienza all’insegnante, di risposte esatte. La nostra attività invece è rivolta allo sviluppo del pensiero divergente, cioè la capacità di cambiamento, di adattamento continuo a nuove situazioni, di intervenire con varietà di soluzioni in contesti differenti. L’intelligenza diventa così capacità di adattarsi, di sostituire, di risolvere, di ricercare. Il sapere come tale, la conoscenza totale, non esistono: i bambini vanno aiutati a crescere nell’apprendere e ad essere continuamente stimolati a ricercare. Così la nostra attività ludica vuole stimolare la creatività, tenendo presente nella pratica quotidiana i seguenti aspetti:
– sensibilizzare i bambini agli stimoli ambientali
– insegnare a sperimentare sistematicamente ogni idea
– abituare alla tolleranza verso idee nuove
– astenersi dall’inculcare coercitivamente un modulo creativo
– incoraggiare ed apprezzare l’apprendimento spontaneo
– provocare la necessità di pensare giocando
– mettere a disposizione i mezzi per elaborare idee nuove
– sviluppare non solo il senso critico ma la critica costruttiva
– incoraggiare l’acquisizione di conoscenze in molti campi
In conclusione, la ludoteca vuole offrire ai bambini un modo di essere, di pensare e di rapportarsi alla realtà esterna con modalità che permettano il libero fruire delle energie interne strutturate in schemi aperti trasformabili.
I laboratori
Uno spazio laboratoristico di esperienza mentale si dovrebbe delineare quale luogo protetto e sorvegliato in grado di permettere dislocazioni e passaggi tra il dentro e il fuori, il vicino e il lontano, l`ora e l’allora, l’interno e l’esterno, il vero e il possibile. Uno spazio che possa facilitare l’emergere di storie che portano dentro di sé – spesso prigionieri – affetti e immagini, che liberate dai vincoli della realtà, del giudizio, del dover essere – possano continuare la narrazione iniziata e interrotta, inascoltata, in vari casi dimenticata. È spazio di lavoro per vari aspetti meno facile e prevedibile del setting scolastico: i bambini e gli educatori sono impegnati continuativamente e differentemente – per il tempo dell’incontro – in uno sforzo di ascolto interno ed esterno che richiede presenza, creatività, coinvolgimento, consapevolezza. Si configura quale spazio di accoglimento, di rassicurazione, di incoraggiamento, di contenimento e di riformulazione degli affetti-emozioni-pensieri evocati dalle stimolazioni predisposte. Le regole del setting, i rituali che lo presidiano, il luogo fisico e la natura delle stimolazioni lo rendono spazio protetto dall’invasività degli stimoli esterni e dal modo comune e collettivo di pensare e di parlare. È dunque, area di sicurezza, luogo custodito, in cui ci si può abbandonare con la certezza di non perdersi, in cui anche le parti più primitive della personalità, in cui le ombre e gli irrisolti individuali trovano ascolto e denominazione, infine, spazio clinico di aiuto e di auto-aiuto. Un grande letto (kliné) non per attendere – deresponsabilizzati – curatori onnipotenti (l’insegnante/terapeuta/genitore che farà crescere), ma per imparare a prendersi cura di sé e degli altri, per imparare a conoscere i personali richiami della mente, le personali mete di realizzazione culturale ed esistenziale. È dunque spazio di responsabilizzazione, di individuazione, di valorizzazione non compensatoria della propria vitalità e creatività